Dignità autonome di prostituzione, la dignità ferita dell'arte lascia il segno regalando cicatrici di senso.
Un ossimoro, come la vita, DAP è così, un gioco di contrasti, una dicotomia tra forma e sostanza, per esaltare la seconda e farla rifulgere in un firmamento di luminose parole.
L'inizio dello spettacolo è quasi una violenza visiva alle iridi in penombra, una carrellata di lustrini, paillettes, una deformazione estremizzata del reale volutamente kitsch e rasentante il grottesco. Gli attori sul palco presentano lo spettacolo attraverso l'uso di metafore sessuali ed una corporeità trasudante carnalità; poco dopo però una voce legge la "lettera di Sandro Pertini alla madre" ed è un forte contrasto sensorio tra gli occhi che vedono trini e merletti e le orecchie che ascoltano la lucentezza delle parole, e l'anima ne è scossa, la propriocezione è confusa e si ha uno sbandamento di pensieri.
Dopo la presentazione in sala si passa alla contrattazione del prezzo della "prestazione artistica", forte metafora di come l'arte sia costretta a vendersi, a prostituirsi, per poter esistere; pagati i simbolici dollari si segue l'attore in una stanza del teatro ed inizia la rappresentazione, la porta si chiude e si spalanca un sipario di emozioni: l"attore è a pochi centimetri da te e ciò ti permette di leggere la mappa geografica delle sue emozioni, le variazioni della sua nuda voce che vestono lentamente le zone sensibili del tuo corpo accarezzandole. È un momento di intimità profonda con l'arte, un piacere estremo dei sensi, un'orgia di sensazioni fino all'estasi della mente.
I monologhi recitati sono sia classici attualizzati che scritture odierne ad opera di Luciano Melchionna. I primi ti sorprendono per la loro sconcertante attualità mentre i secondi scuotono la coscienza con l'uso di un linguaggio fortemente evocativo.
Dignità autonome di prostituzione è uno spettacolo geniale ed anche un ottimo metodo per avvicinare le persone al teatro, parafrasando Melchionna in uno dei monologhi da lui scritti, è un modo per superare la "rabbiosa indifferenza" verso tutto, fino a trasformare le emozioni cristallizzate in lacrime di stupore, "lacrime di pietra nell'acqua bollente che diventano detriti, fango fino a diventare sabbie mobili" trasportandoti in mai esperite profondità di senso della coscienza.
Angela Antonella Chiaiese