E il naufragar m'è dolce in questo mare di cultura e poesia.
Una settima onda, una tempesta perfetta, quella del percorso organizzato dalla Nesea: " L'isola naufragio e approdo del mondo".
Giusy Perrotta come la Nereide Ninfa Nesea, nomen omen, ci conduce nelle acque della storia del mare di Capri con uno stile impeccabile, una corrente impetuosa di sensazioni, un vortice di potenti e fragorose parole, a scandagliare gli abissi della conoscenza fino ad andare in apnea emozionale. Il suo racconto è dettagliato, originale, dal taglio storico innovativo; è come aprire uno di quei bauli antichi di legno nel quale i naviganti trasportavano gli oggetti a loro più cari, uno scrigno dal fascino inalterato che riconduce a noi preziose storie che con la loro prismatica sfaccettatura illuminano la nostra conoscenza, incastonandosi nell'anima.
Francesco Palumbo che teatralizza l'evento rappresentando i vari personaggi che sono "naufragati" sull'isola è un abile Ulisse che riporta l'interiorità ed il carattere di ciascuno dei poeti e scrittori impersonificati ad un cinestetico approdo emotivo. La sua interpretazione è un mare forza otto, la sua voce e la sua espressività sono ricche di sfumature e risonanze, come il suono delle onde del mare ascoltato attraverso una conchiglia, forte ma avvolgente al contempo.
Con le vele della cultura così ben spiegate e sospinte dallo zefiro, fresco di melodiosi suoni, non ci sono sirene incantatrici, pirati ed ammutinamenti da temere; possiamo immergerci nelle profondità e solcare gli accessi più remoti e sconosciuti del mare storico di Capri, fino al naufragio più bello, quello che ti conduce dove non pensavi mai di poter giungere e ti lascia, anche se approdi alle rocce ferme dell'isola, la nostalgia del ritorno, la voglia di naufragare ancora per perdersi nell'amore della propria terra.
"Non so vedere
Altra cosa più dolce, per uno,
Della sua terra".
(Odissea)
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