Eduardo De Filippo scrive “Baccalà” nel
Il regista Enzo Attanasio, ha riproposto tale memoria di una Napoli perduta, per lo spettacolo del 26 e 27 Gennaio alle ore 19.00 Gennaio al “Centro Teatro Spazio” di San Giorgio a Cremano, con il titolo “Baccalà…tene ‘a guerra ‘ncapa “; poemetto di Eduardo De Filippo in un atto unico di prosa, versi e musica, con la splendida voce e la forza di passione che proviene dal cuore di Fiorenza Calogero alla voce e tammora, accompagnata da Marcello Vitale alla chitarra battente e chitarre in generale. Le musiche sono di Marco Zurzolo interprete di originalità e stili inimitabili permeati dal suo sax; i costumi e disegni di scena sono di Annalisa Ciaramella, e le scene ‘visionarie’ e antiche per uno spazio-non spazio, sono di Tonino Di Ronza.
L’imprimatur della regia di Attanasio, è valsa a far rivivere i tanti ‘baccalà’ che sono tra di noi; caratterizzati allo stesso tempo di una inusitata follia generata da una grande voglia di vivere, anzi di sopravvivere, in mezzo alle guerre che avvengono in continuazione. Forse oggi, ci sono molte altre guerre, fatte senza armi ma con la pericolosità di altri mezzi micidiali, che riducono l’uomo a brandelli di nulla; così la ballata tragica diventa fonte di trovate sceniche, anche coinvolgenti, con l’intento di emozionare e condividere la follia.
L’uomo folle di Eduardo, è uno dei più antichi aspetti della sua drammaturgia, l’essere che si nasconde dietro la verità, l’essere che finge per salvarsi, proprio come se fosse ancora tra le mura divelte delle bombe, o nelle trincee della vita ove la verità è sovrana, mentre la maschera è il futuro, la sopravvivenza, la paura di essere diverso dalle folle.
All’interno di questo panorama la musica di Fiorenza Calogero è l’ideale colonna portante e non solo sonora, dell’antica essenza del popolo napoletano, anzi di una generazione che si sta esaurendo e che ha conosciuto la guerra portandosela addosso per tutta la vita, quasi come uno stile di vita che se è riuscito a sopravvivere agli orrori del conflitto, può sopravvivere anche a quelli moderni, anche se per certi versi non si sa fino a che punto lo siano davvero. Fiorenza canta alcune canzoni rappresentative della tradizione classica napoletana come “Era de Maggio”, “O surdato ‘nnamurato” e anche alcune canzoni di Marco Zurzolo come “Uocchie napullitane” e “Femmena minosa”.
Eduardo in tale ambito è sempre stato il difensore delle sue maschere, dei suoi personaggi, facendo anche sua la causa degli illegittimi soprattutto in qualità di poeta, e il poemetto “Baccalà” che fu pubblicato nel
Lo spettacolo, che debutto per la prima volte nella stagione 2011/2012 del Teatro ‘The Poche’ di Napoli, verrà rappresentata anche a Castellammare di Stabia al Teatro Cat dal 2 al 3 Febbraio, a Benevento al Teatro Mulino Pacifico il 9 Febbraio, fino ad arrivare a Roma con una lunga permanenza alla Sala Fabrizi del Teatro Petrolini, dal 28 Febbraio al 3 Marzo 2013. “Baccalà…tene ‘a guerra ‘ncapa” è il frutto di una autoproduzione che ha fatto sì che i prezzi dei biglietti siano popolari, pari a dieci euro.
BRUNO RUSSO