COMUNICATO STAMPA
Dottoresse e infermiere dell’Istituto dei tumori di Napoli si trasformano in modelle per un giorno e indossano abiti donati e trasformati in quadri dall’artista Alessandro Ciambrone. Le opere su tessuto verranno vendute on line e il ricavato andrà al Pascale.
Napoli, 6 giugno 2020
Correvano gli anni Sessanta, esattamente il 1967, quando Caterina entrò in chiesa per dire di sì vestita di bianco. Cinquantatré anni dopo, quell’abito da sposa, rivisitato e trasformato in un’opera d’arte dal figlio di Caterina, viene indossato da Daniela, psicologa del Pascale, e venduto per sostenere la ricerca oncologica insieme con altri 11 abiti, donati da donne generose, come Caterina, e indossate da donne, come Daniela, che con la ricerca ci lavorano tutto l’anno. La psicologa Daniela Barberio non è l’unica modella per un giorno di un’iniziativa dal titolo
L’idea di abbinare l’arte alla scienza è venuta al figlio di Caterina, Alessandro Ciambrone, architetto di Castelvolturno e pittore per caso. E’ stato lui a dipingere i 12 vestiti, ha cominciato con quello della madre e poi via via ha raccolto gli abiti da sera di amiche e amiche delle amiche. Ogni abito ha una storia: se Caterina ha donato il suo vestito da sposa, Maria Carmen quello di fidanzamento, Fiorella quello del battesimo della figlia, Bianca quello della laurea. L’obiettivo: realizzare una piattaforma dove vendere gli abiti e il ricavato donarlo all’Istituto dei tumori di Napoli a cui Alessandro è particolarmente legato avendo già donato al polo oncologico due quadri e due murales.
Se la Barberio ha indossato l’abito da sposa di Caterina Verre, i due medici ricercatori Marilina Piccirillo e Stefania Scala quelli di Francesca Ragosta e Stefania Ricci, le chirurghe Stella Gallo e Maria Teresa Melucci hanno sfoggiato gli abiti donati da Cinzia Marino e Maria Carmen Ragosta, i medici oncologi Claudia Trojaniello e Sabrina Rossetti quelli di Fiorella Girace e Bianca Stranieri, l’infermiera di ricerca Gelsomina Iovane quello di Rosita Ingenito, la radioterapista oncologa Eva Iannacone quello di Angela Aloschi, il medico fisiatra Monica Pinto l’abito di Paola Guma, la logopedista Marianna Minasi quello di Arianna Rodriguez.
Le modelle per un giorno e dottoresse tutto l’anno, si sono fatte fotografare negli ambienti dell’Istituto da Federica Gioffredi. Le foto sono state inserite nel sito di Alessandro Ciambrone www.alessandrociambrone.it Chi vuole comprare un abito sa che i soldi andranno interamente al Pascale. L’acquisto degli abiti è infatti collegato direttamente all’iban del Pascale IT86I03090356810000008. Il nome di chi ha donato l’abito e di chi lo acquisterà farà parte del patrimonio del più grande polo oncologico del Mezzogiorno. A loro verrà consegnata una targa su cui verrà scritto il loro nome insieme a quello delle modelle operatrici sanitarie. Per essere visionati i vestiti verranno ospitati nel liceo artistico Palizzi e a curare la vendita donazione sarà la professoressa Bianca Stranieri insieme con l’ufficio comunicazione del Pascale.
<E’ davvero un piacere assistere al proliferare di iniziative per sostenere il nostro Istituto e la nostra ricerca – dice il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi – Questa iniziativa assume un valore particolare per il significato che sottende, dal dono dell’abito all’impegno dell’artista, delle nostre fantastiche professioniste, e di tutti coloro che, anche in questa occasione, ci daranno una mano>.
Costo degli abiti, dai 300 ai 500 euro
Cari Amici,
Dall'Ufficio Stampa del Pascale arriva questa bellissima iniziativa. Sperando che possiate darle visibilità, vi invio un caro saluto e vi auguro buon lavoro.
Simonetta de Chiara Ruffo
Nel link trovate tutte le foto delle modelle per un giorno. Sono ricercatrici, chirurghe, radioterapiste, psicologhe e un'infermiera del Pascale (tutte operatrice sanitarie tranne una di cui vi prego di non tener conto....). Vi prego anche e soprattutto di apprezzare la disponibilità e l'ironia con cui le professioniste si sono prestate all'iniziativa, accettando la mia idea bislacca.
Se potete, datemi una mano. Dopo tanta tristezza, forse un po' di leggerezza è necessaria.
Buon lavoro, C.
Simonetta de Chiara Ruffo